Gruner+Jahr/Mondadori e Graffiti 2000: insieme, per trasformare Focus nel primo mensile 3D

6 Aprile 2011

Focus di aprile è in 3D

Di solito, per trasformare un’illustrazione bidimensionale in una in 3D si ricorre alla tecnica dell’anaglifo: la foto viene elaborata con due filtri, uno rosso e uno blu, ottenendo così due immagini sfalsate di alcuni millimetri l’una dall’altra. Indossando gli occhialini con lenti colorate, il cervello interpreta le due immagini come un’unica rappresentazione tridimensionale; senza occhialini, però, le figure appaiono confuse e i colori poco naturali.
Questa soluzione non poteva soddisfare l’editore, che invece aveva bisogno di un effetto di grande impatto ma che allo stesso tempo non fosse invasivo, per non compromettere in alcun modo la lettura della rivista.
Lo staff Graffiti 2000 è così ricorso a una tecnica molto più avanzata: non si interviene su tutta l’immagine ma si isolano invece diversi piani prospettici, applicando a ogni piano uno scontorno delle parti rosse e blu. In questo modo, le porzioni in primo piano sembrano molto più vicine, e quelle sullo sfondo molto più lontane.
A pochi giorni dal lancio, Focus in 3D si sta rivelando un ottimo volano promozionale per la rivista: nel pieno rispetto della linea editoriale, l’obiettivo è incuriosire e sorprendere il lettore attraverso un approccio divulgativo sempre all’avanguardia. E infatti, le novità non finiscono qui: quella per il 3D è solo la prima di una serie di collaborazioni tra Graffiti 2000 e la Mondadori, con cui sono già allo studio nuovi progetti in ambito multimediale.